Modellistica

Esempio di interfaccia grafica della piattaforma web per la consultazione dei risultati del modello di stima della fenologia di Popillia japonica implementato sul territorio della Regione Lombardia.

SVILUPPO DI UNO STRUMENTO PER LA PREVISIONE DELLA FENOLOGIA DI P. japonica

Nell’ambito del Progetto GESPO, sono stati sviluppati alcuni strumenti predittivi per la gestione razionale e sostenibile delle problematiche legate a P. japonica. Questi strumenti sono il prodotto di un’analisi approfondita delle informazioni sulla dinamica spaziale e temporale di P. japonica, nei diversi stadi biologici del parassita, messi a disposizione da Regione Lombardia con riferimento all’intero periodo di monitoraggio condotto in Lombardia.

Il primo strumento sviluppato è basato su un modello matematico che permette di simulare l’influenza della temperatura sulle tempistiche di sviluppo di larve, pupe e adulti. Il modello consente di conoscere con elevata accuratezza le tempistiche legate alla terminazione del periodo di diapausa delle larve e le tempistiche di emergenza dello stadio adulto, utili per poter pianificare e implementare interventi di monitoraggio e/o controllo della specie.

Il modello può anche essere utilizzato per ottenere delle mappe fenologiche, utili per identificare le aree più idonee dal punto di vista meteorologico allo sviluppo della specie o per implementare sistemi di allerta. Per maggiori dettagli, consulta la pubblicazione scientifica al seguente link.

Per avere un facile accesso ai risultati del modello di stima della fenologia di P. japonica è stata sviluppata una piattaforma informatica, che permette di ottenere indicazioni in tempo reale circa la fenologia (stato di sviluppo) di larve, pupe e adulti nel territorio regionale

SVILUPPO DI UNO STRUMENTO PER LA STIMA DELLA IDONEITÀ DEGLI HABITAT PER P. japonica

La presenza e l’abbondanza di popolazione di P. japonica in un dato sito è influenzata da una serie di fattori ambientali e di natura antropica. Attraverso l’analisi dei dati di monitoraggio di P. japonica collezionati dal Servizio Fitosanitario di Regione Lombardia è stato sviluppato un modello che permette di investigare l’idoneità delle diverse tipologie di habitat nell’ospitare popolazioni larvali di P. japonica in funzione di variabili rilevanti come, ad esempio, l’uso del suolo e le caratteristiche geo-pedologiche dei suoli e la meteorologia.

Studio dell’idoneità dell’habitat per le popolazioni larvali di Popillia japonica tramite l’analisi dei dati relativi alla presenza di larve nell’areale di infestazione in regione Lombardia.

I risultati di tale analisi hanno permesso di stabilire che la probabilità di presenza della specie è positivamente influenzata dalla presenza di suoli poco acidi, con una concentrazione intermedia di carbonio organico, specialmente in presenza di suoli sabbioso scheletrici.

Al contrario, la probabilità di presenza di larve risulta particolarmente sfavorita in suoli sabbioso franchi, estremamente aridi oppure estremamente umidi. Suoli caratterizzati da temperature particolarmente elevate oppure da prolungati periodi di freddo risultano scarsamente idonei per la presenza di larve. Per maggiori dettagli, consulta la pubblicazione scientifica al seguente link.


SVILUPPO DI UNO STRUMENTO PER LO STUDIO DELLE CAPACITÀ DIFFUSIVE DI P. japonica

Il Modello di stima della diffusione di P. japonica ha consentito di ottenere stime accurate del tasso di crescita e della velocità di diffusione di popolazioni di P. japonica in relazione alle diverse tipologie di uso del suolo che la specie incontra durante il processo invasivo in corso. Sono state analizzate 14 direzioni spaziali (da nord-est a sud-est) a partire dall’areale di prima infestazione a cavallo tra le regioni Piemonte e Lombardia, per meglio comprendere come l’uso del suolo influenza il processo diffusivo di P. japonica. I risultati del modello mostrano che la capacità di diffusione della specie è positivamente influenzata dalla presenza di campi coltivabili, prati permanenti, foreste di latifoglie e risaie, mentre la presenza di foreste di conifere o aree fortemente antropizzate, riducono la diffusione dell’insetto.